Un focus group con gli operatori commerciali di frutta e verdura del Veneto per individuare i punti di forza, le criticità e gli spazi di miglioramento di un comparto, quello ortofrutticolo regionale (e del veronese in prticolare), che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con numerose problematiche, legate sia alle bizzarrie del clima (gelate tardive, estati siccitose, ecc.) ma anche a questioni agronomiche e fitosanitarie che hanno colpito, ad esempio, la coltura del kiwi, e la presenza dannosa della cimice asiatica.
Sono stati questi, in estrema sintesi, gli obiettivi affrontati in un incontro che ha visto confrontarsi Veneto Agricoltura, Nomisma, e Fruitimprese, l’associazione che riunisce circa una quarantina tra le più importanti realtà imprenditoriali di commercianti ortofrutticoli veronesi e non solo, visto che tra gli associati ci sono anche aziende delle province di Vicenza, Rovigo, Padova e del vicino Trentino.
Produzione frammentata, carenza di personale specializzato e mancanza di ricambio generazionale sono le principali criticità emerse. La logistica, invece, viene vista come il maggiore punto di forza, essendo l’area di Verona un importante hub strategico per gli scambi commerciali con l’estero.
In particolare, la rilevante diminuzione delle quantità prodotte a livello locale riscontrata negli ultimi anni, oltre che ad aspetti climatici o malattie delle piante, viene ricondotta alla riduzione delle superfici coltivate, alla mancanza di un adeguamento varietale in linea con le richieste del mercato, ad una qualità non sufficientemente adeguata e alla mancanza di eccellenze del territorio in grado di essere riconosciute, apprezzate e quindi opportunamente remunerate sul mercato. Tali aspetti sono collegati, secondo gli operatori commerciali, alla carenza di investimenti e all’attività di ricerca, a cui si aggiunge una produzione frammentata e all’assenza di un efficace coordinamento e pianificazione della produzione, in grado di orientarla in maniera adeguata a rispondere alle attuali dinamiche di mercato, caratterizzate da una reattività a cui la tradizionale organizzazione della filiera non riesce a dare risposta.
L’aumento dei costi di produzione, non sempre supportato da un corrispondente aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, che seguono dinamiche più legate ai mercati internazionali e uno sbilanciamento dei rapporti di forza commerciali a favore della distribuzione moderna, sono altri due aspetti che acuiscono le difficoltà dei produttori locali e anche degli intermediari commerciali.
“Il focus group, spiegano gli esperti dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura – è una metodologia statistica di tipo qualitativo, che giunge al termine di una complessa attività di analisi del comparto svolta a 360 gradi a partire dal 2021, in accordo con gli uffici preposti della Regione Veneto. In questo quadro, è stato coinvolto dapprima il mondo delle OP (Organizzazioni di Produttori) ortofrutticole venete, e successivamente sono state indagate, con una ricerca quantitativa realizzata in collaborazione con Nomisma, le realtà degli operatori privati, oltre che i consumatori”.
L’indagine complessivamente ha coinvolto un campione di oltre 800 intervistati.