Pane fresco invenduto? Non va ritirato

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I panificatori artigiani non saranno più obbligati a ritirare, a fine giornata, il pane fresco rimasto invenduto sugli scaffali dei supermercati da loro riforniti. A stabilirlo è l’Antitrust, prendendo le parti dei piccoli produttori indipendenti nel braccio di ferro con la grande distribuzione organizzata. La questione nasce dall’obbligo di reso del pane fresco rimasto invenduto, un’imposizione nei confronti dei panificatori artigiani, costretti a portare via a fine giornata l’intera quantità di prodotto rimasto sugli scaffali, restituendo all’acquirente il prezzo corrisposto per l’acquisto. Una pratica giudicata però illecita dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, che ha già comminato sanzioni per 680 mila euro ad alcuni colossi della GDO (Coop Italia, Conad, Es­selunga, Eurospin, Auchan e Carrefour).“Una vittoria importante dei piccoli artigiani nei confronti dei giganti del commercio – dichiara Andrea Bissoli, Presidente di Con­fartigianato Imprese Verona –. Ci auguriamo solo che i ricorsi intrapresi dalle grandi strutture non portino a una vanificazione della pronuncia dell’Anti­trust. In provincia di Verona i panificatori sono oltre 235, che danno lavoro a 1.078 addetti, mentre in Veneto se ne contano oltre 1.500, con 7.162 persone impiegate. In Italia i panificatori artigiani sono circa 23 mila. Confartigianato resta a disposizione di tutte le imprese artigiane per la loro tutela e per la verifica dell’equità dei nuovi contratti stipulati con la grande distribuzione organizzata”. La condotta contestata, secondo l’Antitrust, consisteva “nell’imposizione, ai propri fornitori di pane fresco, dell’obbligo di ritirare e smaltire a proprie spese l’intero quantitativo di prodotto invenduto a fine giornata. La differenza di valore tra il pane consegnato a inizio giornata e quello reso a fine giornata veniva poi riaccreditata al compratore della GDO sugli acquisti successivi. quantitativo di pane ordinato e acquistato. “Quella appena giudicata illecita dall’Antitrust – conclude Nicola Trentin, presidente regionale dei Panificatori di Confartigianato – è solo una delle tante pratiche vessatorie che minano il lavoro e lo sviluppo dei piccoli artigiani panificatori: un assurdo obbligo di reso che costringeva anche le nostre micro e piccole realtà liguri a farsi ingiustamente carico del ritiro e dello smaltimento, nonché dei relativi costi”.

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