E’ ripresa la “guerra” dei passi dolomitici, con una nuova chiusura del Sella, da parte delle Province di Bolzano e di Trento. Nessuna macchina privata, nessuna moto, dalle 9 del mattino fino alle 16. Chi vuol salire lo ha fatto solo con le pubbliche navette. Nove i “green days” programmati sino a fine agosto per liberare le terre alte dallo smog. Ma ieri, sul Piave, i presidenti dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, e del Veneto, Luca Zaia, si sono dichiarati d’accordo nel sostenere che la misura adottata dal Trentino Alto Adige non è saggia, anzi, il contrario: provoca un allarme inquinamento proprio là dove di sicuro non c’è. «È sul Brennero che ci sono troppe auto, quindi se un passo è da chiudere per motivi di salute, questo è appunto quello del Brennero» ha dichiarato Zaia. La fondazione Dolomiti-Unesco ha dato incarico alla società Eurac di Bolzano di quantificare l’assalto delle auto intorno al gruppo Sella: 2 milioni l’anno. «Ma proprio quello studio» insiste Zaia, «certifica che il Pordoi d’estate non è inquinato e nemmeno gli altri passi. Per cui la chiusura è soltanto un’angheria di Bolzano e di Trento nei nostri confronti». Per stoppare auto e moto le province di Trento e di Bolzano hanno chiesto (e ottenuto) l’autorizzazione del Ministero dei Trasporti “.