Il Progetto Tarta-Tur dei Flag e della Regione Veneto ha vinto il primo premio della Unione Europea come best practice per le Strategie di Sviluppo Locale di tipo partecipativo nel settore della pesca. Tra i 40 progetti di cooperazione in lizza il Commissario UE all’Ambiente e alla Pesca ha premiato a Bruxelles i pescatori del Flag Veneziano e del Flag di Chioggia per l’approccio utilizzato (una comunità si fa guida di sviluppo locale) e i risultati conseguiti nell’interazione tra pesca professionale e protezione di tartarughe e delfini in mare Adriatico, specie protette dalle convenzioni internazionali e messe a rischio da plastica , inquinamento e pratiche ittiche non controllate. Il progetto Tarta-Tur, iniziato nel novembre 2018 e in svolgimento sino a febbraio 2020, è stato finanziato con 110 mila euro nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento del FEAMP gestiti dalla Regione Veneto. Oltre a mappare la presenza di tartarughe e delfini nelle acque adriatiche, i pescatori dei due Flag coinvolti hanno provveduto a redigere un registro degli avvistamenti e delle eventuali catture accidentali. Insieme ai ricercatori dell’università di Padova è stato inoltre individuato un protocollo operativo da adottare in caso di cattura non voluta di questi esemplari e sono state concordate linee guida per consentire la pesca marittima nel rispetto della tutela delle specie protette. Le linee guida sono attualmente oggetto di una campagna formativa di ‘training’ rivolta ai pescatori professionali della costa veneta. “Il progetto, che nasce dalla cooperazione tra Regione Veneto, mondo della pesca locale e i ricercatori del dipartimento di biomedicina comparata dell’università di Padova e l’istituto di ricerca Agriteco– commenta l’assessore regionale alla pesca Giuseppe Pan – nasce dalle esigenze locali di migliorare la consapevolezza ambientale degli operatori ittici e mappare la presenza di tartarughe e tursiopi che interagiscono con il lavoro dei pescatori. Siano orgogliosi del risultato conseguito a Bruxelles, perché conferma la correttezza dell’approccio adottato, il buon livello di cooperazione raggiunto tra operatori della pesca e mondo universitario e la capacità di individuare azioni e tecnologie che riducono la possibilità di interferenza tra pesca professionale e specie protette. I pescatori professionali si confermano, anche agli occhi della Commissione europea, le miglior sentinelle del mare, a garanzia della sostenibilità dell’ecosistema”.