Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha comunicato via twitter che è alla “ firma il decreto interministeriale per determinare i limiti ai PFAS che per noi devono essere PFAS zero. Questa è una battaglia che stiamo combattendo anche in Europa”. La notizia è la prima sull’argomento dal 6 maggio scorso quando a Roma il ministro aveva presieduto una riunione tecnica preliminare alla costituzione del tavolo nazionale in materia chiesto da anni dalla Regione del Veneto. “Nell’occasione Costa aveva anche dichiarato che entro un mese ci sarebbe stato il provvedimento – commenta l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin –ora apprendiamo da un tweet del ministro che questa settimana potrebbe essere, finalmente, quella giusta. Benissimo, in Veneto non aspettavamo altro. Ora non ci resta che aspettare il provvedimento, augurandoci che vengano fissati limiti restrittivi come in Veneto”. “E se ciò non fosse, per lo meno, ci piacerebbe che questo atteso provvedimento ministeriale mettesse la Regione del Veneto in grado di porre limiti più restrittivi – precisa, in conclusione, Bottacin – in sostanza offrisse sostegno giuridico e normativo all’amministrazione regionale per risolvere le oltre 50 cause alla quali ci troviamo a far fronte oggi per l’assenza di limiti nazionali. Tutto questo, vista la sensibilità del ministro Costa in materia, non dovrebbe rappresentare un problema”. È stato intanto presentato a Venezia, nel corso di un evento organizzato da Viveracqua in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e Regione del Veneto, il primo Piano di sicurezza dell’acqua (PSA) del Veneto. Si tratta di una sperimentazione partita dal sistema acquedottistico di Lonigo, al centro dell’emergenza PFAS, che sarà estesa nei prossimi anni a tutti gli acquedotti del Veneto. L’obiettivo è aumentare la tutela della qualità delle acque dalla fonte al rubinetto e per garantire la salute del consumatore. “La Regione del Veneto, sulla base dell’esperienza sviluppata in questi anni, – ha sottolineato Francesca Russo, direttore della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria – è stata una delle prime regioni in Italia ad aver avviato in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità per la sperimentazione riguardante la predisposizione di un Piano di Sicurezza dell’Acqua. L’ISS ha proposto, proprio alla luce dell’emergenza PFAS, di partire da un piano di sicurezza da riferire al sistema acquedottistico di Lonigo, che serve oltre 100.000 abitanti in 26 Comuni nelle province di Vicenza, Verona e Padova”. Per quanto riguarda la qualità delle acque, Fabio Strazzabosco, direttore dell’Unità Organizzativa Servizio Idrico Integrato e Tutela delle Acque, è intervenuto per illustrare quanto realizzato da Regione del Veneto, dal 2013 a oggi, per far fronte all’emergenza PFAS, mettendo in atto un piano che ha previsto la realizzazione di una nuova rete di acquedotti per portare acqua pulita alle zone contaminate.