Dieci famiglie, nove residenti nel Veronese e una nel Vicentino, hanno presentato ciascuna un esposto nelle rispettive Procure delle due città, rette da Angela Barbaglio e Antonino Cappelleri, sulla questione Pfas. Si tratta di agricoltori, che per anni hanno utilizzato i pozzi inquinati per bere e per irrigare le loro culture – la mappatura dei pozzi privati a uso potabile è stata avviata solo nel 2014 e le ordinanze di divieto di utilizzare l’acqua per uso alimentare o irriguo sono per lo più successive -, ma anche di semplici cittadini che l’acqua contaminata l’hanno bevuta comunque e che adesso vivono nel terrore di aver riportato gravi danni alla salute. Questo nutrito gruppo di danneggiati, per far luce sui fatti e per ottenere giustizia, attraverso i consulenti personali Linda Mazzon e Carmine Romano, si sono rivolte a Studio 3A, società di patrocinatori stragiudiziali specializzata nella valutazione delle responsabilità in qualsiasi genere di sinistro, compresi quelli ambientali, a tutela dei diritti dei cittadini.