Blindati i nomi dei grandi insolventi, emergono i problemi legati alle liquidazioni delle banche venete. Il commissario Fabrizio Viola davanti alla commissione d’inchiesta ammette: «L’80-85% dell’attivo di Veneto Banca è costituito da crediti deteriorati, solo una parte limitata è costituita da attivi finanziari e partecipazioni. La conclusione è che il rimborso del passivo dipenderà dal recupero dei crediti deteriorati. I numeri per Popolare Vicenza sono simili». La liquidazione coatta si porta dietro un altro problema pesantissimo: 8 miliardi di crediti incagliati da gestire. «Sono ancora in sofferenza e non in deterioramento», precisa Viola in audizione: «Stiamo lavorando per farli tornare in bonis. Possiamo però immaginare quali conseguenze potrebbero esserci se divenissero sofferenze». La fine di migliaia di imprese e di 60mila posti di lavoro soprattutto nel Nordest. Entro fine mese verrà definito il perimetro esatto delle attività da passare al super gruppo. A oggi «i debiti delle banche venete trasferiti a Intesa ammontano a 7,6 miliardi», ricorda Viola. In ogni caso ci vorranno anni per ottenere i rimborsi. Prima potrebbe dimettersi proprio Viola: «Se dovesse arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per il caso Mps ci penserò».Poi ci sono le partite a rischio. I commissari liquidatori annunciano di essere in una fase di «interlocuzione avanzata» con Sga per la cessione dei crediti deteriorati al veicolo controllato dallo Stato incaricato di recuperare i prestiti. Ma i commissari vogliono un potere di verifica sulla gestione dei crediti, la liquidazione deve tutelare infatti, oltre allo Stato creditore, anche 10mila prevedibili insinuazioni al passivo. Giustino Di Cecco, commissario BpVi, precisa: per chi è creditore e non rientra nel perimetro delle passività cedute a Intesa «i tempi di pagamento dipenderanno dai tempi di recupero dei crediti, e non sono certamente di qualche mese, ma forse di qualche anno».