POPOLARE VICENZA, STOP ALLA BORSA

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Borsa Italiana dice no alla quotazione della Banca Popolare di Vicenza. A tre giorni dalla chiusura dell’offerta, Palazzo Mezzanotte ha annunciato l’attesa decisione che di fatto cambia radicalmente le strategie dell’istituto veneto guidata da Francesco Iorio. Lo stop è dovuto al mancato raggiungimento della soglia minima di flottante necessaria per l’ammissione agli scambi, pari al 25%.Anche se l’ipo era tra le condizioni poste da Bce, il mancato sbarco sul listino non dovrebbe compromettere il futuro della banca. Tanto più che la garanzia di Atlante non è in discussione. Il fondo potrebbe mettere in scaletta una nuova quotazione in un periodo di 18-24 mesi. Imme­diate le ripercussioni a piazza Affari dopo il responso di Borsa Italiana all’ammissione a quotazione della BpVi, con Milano che scivola ulteriormente. «Non c’erano le condizioni. Sostanzialmente non era garantita la correttezza degli scambi per lo scarso flottante». Così Raffaele Jerusalmi, ad di Borsa Italiana, ha commentato la decisione di non ammettere a Piazza Affari le azioni della Popolare di Vicenza. Entrando all’evento organizzato alla Scala per i 150 anni del Sole 24 Ore, il numero uno di Palazzo Mezza­notte ha dichiarato: «Non cerchiamo solo di far numero di società quotate». Se ne riparlerà. E’ un’operazione che, secondo il presidente di Quaestio sgr Alessandro Penati, potrebbe avvenire «a un prezzo più alto» rispetto a quello di oggi grazie al lavoro di ristrutturazione svolto nel frattempo e a multipli più favorevoli per il comparto bancario. Quaestio Sgr conferma che il fondo Atlante sottoscriverà l’intero aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza per un controvalore complessivo di 1,5 miliardi di euro, venendo a detenere una partecipazione del 99,33%. Il Fondo ’Atlantè, si legge in una nota, «intende sostenere la ristrutturazione, il rilancio e la valorizzazione della Banca, avendo come obiettivo prioritario l’interesse dei propri investitori». Nel dettaglio, Borsa spiega che “un unico soggetto sarebbe detentore del 91,72% del capitale sociale della società post Offerta Globale” e che “10 investitori istituzionali verrebbero a detenere il 5,07% del capitale sociale della Società post Offerta Globale; più precisamente, il 4,97% verrebbe detenuto da un unico investitore indicato come non computabile ai fini del flottante e il residuo 0,1% dai restanti 9 investitori”. Inoltre, “il pubblico indistinto verrebbe a detenere lo 0,36% del capitale sociale della Società post Offerta Globale” e “gli azionisti preesistenti verrebbero a detenere il 2,86% del capitale sociale post Offerta Globale; più precisamente il 2,19% sarebbe riveniente dalla sottoscrizione dell’Offerta Glo­bale e lo 0,67% sarebbe riferito alle azioni già detenute precedentemente”. Con le azioni della Popolare Vicenza rimaste fuori dal listino ora toccherà allo stesso Fondo Atlante rilevare tutte le azioni collocate, arrivando quindi a una quota del 99,33% dell’istituto, mentre lo 0,67% appartiene ai vecchi azionisti.

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