In Villa Nievo Bonin Longare si è tenutoun incontro sul tema “Connessioni e innovazioni: potenziare la filantropia in Veneto”.
L’incontro, organizzato dalla Fondazione di Comunità Vicentina per la qualità di Vita QuVi e dalla Fondazione di Comunità di Verona, in collaborazione con l’Associazione italiana Fondazioni ed Enti Filantropici (Assifero), ha visto tra i suoi relatori eminenti figure istituzionali quali il prof. Francesco Profumo (ingegnere, politico e dirigente d’azienda italiano è Presidente della Fondazione Bruno Kessler e dal 2016 al 2024 ha presieduto la storica Compagnia San Paolo di Torino) e il prof.
Luigi Bobba (professore universitario, componente del CdA di Banca Popolare Etica, politico italiano, Presidente del Comitato promotore di Global Inclusion e di Terzjus – Osservatorio di diritto del Terzo settore, della filantropia e dell’impresa sociale).
Il prof. Bobba, riferendosi alla riforma del terzo settore, afferma che è stata fatta maggiore chiarezza per quanto riguarda la normativa e l’accesso al sostegno economico finanziario anche delle Fondazioni, ma soprattutto dei Centri di Servizio del Volontariato e, più in generale, di tutto il mondo degli organismi di Volontariato, delle Imprese sociali e delle cooperative.
L’intervento si è concluso con un punto interrogativo. “Volontariato, mutualismo associativo, imprenditorialità sociale sono i tre pilastri del terzo settore. Può la filantropia essere il quarto?”
Il Prof. Profumo sottolinea l’importanza e il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria, forte anche della sua esperienza di Presidente della Compagnia San Paolo di Torino terminata nel mese di aprile di quest’anno.
Le Fondazioni bancarie hanno un ruolo essenziale di sostegno e di accompagnamento per la realizzazione di progetti rivolti alle attività del territorio che coinvolgono aspetti sociali, sportivi, ambientali ecc. con una modalità di rete.
La Compagnia San Paolo di Torino ha inaugurato un nuovo modo di operare nel settore della filantropia: non solo il finanziamento del progetto, ma anche del processo progettuale per assicurare allo stesso la continuità nel tempo in stretta collaborazione con le realtà istituzionali e territoriali come sono le fondazioni di comunità vicentina e veronese.
“Non più il dono per il dono, ma per il dono la continuità nel tempo”.