È rottura tra Prefettura a Ca’ Sugana. L’accelerazione voluta dal sindaco Giovanni Manildo sul progetto Sprar, la volontà di adottare la clausola di salvaguardia, applicando il parametro di 3 richiedenti asilo ogni mille residenti riducendo così il numero dagli attuali 800 migranti presenti in città a 240, non è piaciuta per niente al prefetto Laura Lega. Che infatti sta tentando di stoppare sul nascere l’iniziativa della giunta. E il motivo è essenzialmente uno: in questo momento non c’è una vera alternativa ai grandi centri, all’accoglienza d’emergenza. Altro che accoglienza diffusa. La scelta di Ca’ Sugana avrebbe come prima conseguenza la drastica riduzione del numero di ospiti presenti nell’ex caserma Serena. Non solo: la Prefettura verrebbe messa con le spalle al muro e si troverebbe nelle condizioni di dover trovare in tempi brevi nuove soluzioni per tutti i richiedenti asilo in eccedenza, quindi per quei 500 e più che risulterebbero in sovrannumero a Treviso. E non è pensabile. Il prefetto, preso in contropiede dalla decisione dell’amministrazione comunale che ha imboccato la via dello Sprar in piena autonomia e con un atto ufficiale come una delibera di giunta, ha quindi reagito. «Noi abbiamo illustrato le nostre intenzioni -ribadisce il sindaco- ridurre il numero dei richiedenti asilo è una missione comune e il prefetto ha recepito la nostra ferma volontà di farlo».