«È tutto un malinteso, le accuse sono frutto di un equivoco». Si è difeso così davanti al giudice per le indagini preliminari che doveva decidere sulla sua sospensione dal servizio, il 50enne professore di lettere di un liceo trevigiano indagato dalla Procura di Treviso con l’accusa di molestie nei confronti di una ragazza 16enne, con cui avrebbe intrattenuto una relazione virtuale piccante a base di messaggi con contenuto esplicitamente intimo e fotografie osé della giovane. Insomma, nessuna relazione proibita con la studentessa di 34 anni più giovane di lui, piuttosto si sarebbe trattato di un tentativo per aprire un «canale di comunicazione» con una ragazzina «affettivamente immatura», che si sarebbe presa una sbandata per il professore e che andava «aiutata». Di tutt’altra opinione è invece il pm, che ha presentato la richiesta di sospensione del 50enne dal servizio come misura cautelare. Ma il gip, poiché il docente è in aspettativa, ha ritenuto non necessario metterlo fuori dall’insegnamento, non essendoci pericolo di reiterazione del reato. All’inizio i due avrebbero parlato di scuola, poi i messaggi avrebbero riguardato la vita privata di entrambi. In estate tutto sarebbe degenerato in una bollente liaison telefonica condita dalle foto in biancheria intima o senza veli che la 16enne avrebbe inviato al suo insegnante.