Erano poco più di 2.300 a inizio anno, sono diventati oltre 2.700 oggi. I richiedenti asilo accolti nella provincia di Treviso aumentano, e per ogni migranti ospitato c’è un ovvio costo in più. Da gennaio ad oggi tra convenzioni, contratti, affidamenti diretti a onlus e società private l’accoglienza la prefettura di Treviso ha pagato la bellezza di 13.119.310 euro. Un patrimonio destinato anche a raddoppiare di qui a fine anno, salvo i migranti non spariscano improvvisamente invece di aumentare come stanno facendo. A pagare è lo Stato, in parte con i soldi di tutti noi, in parte con quelli che arrivano dall’Europa. A incassare sono le società e i privati che si sono gettati nel business dell’accoglienza, ma non solo loro. A guadagnare dall’emergenza immigrazione sono anche gli istituti di credito. Lo fanno in silenzio, e soprattutto grazie alle mancanze dello Stato stesso. Come scrive la Tribuna di Treviso, 13 milioni di pagamenti messi nero su bianco dalla prefettura a vantaggio dei venti gestori principali non è stato pagato pressoché nulla. I soldi arriveranno, ma in questo lunghissimo limbo alla voce “pagherò” il sistema si regge perché qualcuno, intanto, anticipa. E quel qualcuno sono proprio gli istituti di credito. Certi che prima o poi i soldi del Governo arriveranno, sono loro infatti ad anticipare a Coop, onlus e privati gran parte dei capitali per pagare il cibo dei migranti, il pocket money,