Cosa succede quando un artista entra in un’azienda? Cosa generano la sua visione e il suo pensiero? Quale innovazione può nascere dalla contaminazione tra arte e impresa? Ad averlo non solo esplorato nella teoria ma soprattutto sperimentato concretamente, è il progetto internazionale SMATH, che consentirà ora a sei artisti di entrare in sei imprese del Veneto con una residenza artistica finanziata, per sviluppare altrettante idee progettuali nate nei mesi scorsi da un percorso di dialogo e confronto reciproco. Le sei progettualità sono state selezionate tra le tredici giunte alla fase finale, frutto del lavoro innovativo di artisti di diverse discipline e di imprese di vari territori e settori per dare vita a prodotti e servizi innovativi: secondo la giuria di esperti, che le ha valutate nello “SMATH Pitching Event” dei giorni scorsi, si sono distinte per qualità della proposta, originalità, sostenibilità nel tempo. Con le residenze artistiche in azienda, giunge così alla sua fase clou il progetto internazionale “Smart Atmospheres of social and financial innovation for innovative clustering of creative industries in Med area”, finanziato dal programma Interreg Med 2014-2020, che vede capofila la Regione del Veneto assieme al Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Si tratta della prima iniziativa in Italia di questo genere, in cui viene introdotto un modello di progettazione artistica attraverso modalità competitive innovative, e che è supportata da un finanziamento pubblico. «Alla base c’è Art&Business – evidenzia Fabrizio Panozzo, docente del Dipartimento di Management e responsabile scientifico del progetto –, la metodologia di “art thinking” fondata sull’interazione tra arte e impresa che la nostra ricerca ha ideato e codificato in questi ultimi anni. Abbiamo la convinzione che “pensare artisticamente” renda le aziende anche più competitive e innovative, e sia necessario e possibile un nuovo modo di intendere e costruire le relazioni tra i due universi». «Il percorso di Smath, incentrato sul valore e l’impatto del processo creativo stesso – continua sempre Panozzo –, ha messo, infatti, in risalto come l’art thinking applicato all’impresa solleciti nuove visioni, stimoli l’innovazione, porti con sé inevitabilmente, oltre alla bellezza, anche un impatto sociale positivo: sul versante del rapporto coi e tra i lavoratori, nella comunicazione ai consumatori come a tutti gli stakeholder, nella relazione col territorio».