Nei primi tre mesi dell’anno la qualità dell’aria nelle città venete è risultata pessima. È questo, in sintesi, il preoccupante quadro che emerge analizzando i dati sulla dati sulla qualità dell’aria diffusi da Legambiente, anche in vista dell’ultima plenaria (22-25 aprile) in programma a Strasburgo per l’approvazione finale sulla revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria.
Da gennaio a marzo 2024 sono già 4 le città venete fuorilegge per le polveri sottili, avendo superato il limite previsto per il PM10 di 35 giorni in un anno solare con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo (µg/mc). Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) 39, e Venezia (Via Beccaria) con 36. Seguono a ruota Treviso (Via Lancieri) con 35 giorni di sforamento e Rovigo (Largo Martiri) con 34. Da questo momento le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno (nonostante la primavera renda il problema meno acuto e sentito da amministrazioni e cittadini) per evitare che il prossimo autunno, con il cambio di stagione, queste città rischino seriamente di doppiare gli sforamenti consentiti.
I primi mesi dell’anno nuovo sono stati caratterizzati da picchi clamorosi di polveri sottili, con medie giornaliere ampiamente sopra i limiti normativi. A Venezia (Via Beccaria) sono state 12 le giornate con una concentrazione superiore ai 100 µg/mc; Padova (Mandria), Piacenza (Giordani Farnese) 8; Verona (Borgo Milano), 7.
Il quadro dipinto dai dati ufficiali sulla qualità dell’aria del Veneto nei primi 90 giorni dell’anno è preoccupante e risulta ancor più drammatico se inserito nella cornice dei nuovi limiti previsti per il 2030.
“In occasione della Giornata della Terra – commenta il presidente regionale Legambiente Luigi Lazzaro – ci rivolgiamo in primis a tutti i cittadini perché con le loro scelte alimentari e di mobilità, possono contribuire veramente ad un’aria più pulita e sana. Ma è il ruolo delle Istituzioni a restare determinante e occorre accelerare con politiche urbane, regionali e nazionali più severe e integrate su temi come il traffico, l’agricoltura, il riscaldamento domestico e le industrie”.
“Per questo – aggiunge Lazzaro – oggi Legambiente torna a chiedere agli amministratori un impegno deciso e concreto per l’aumento del verde urbano (alberi e piante) per assorbire gli inquinanti e migliorare la qualità dell’aria; per realizzare più zone 30, più strade scolastiche, percorsi ciclabili e incentivi al trasporto pubblico nelle città per ridurre le emissioni di inquinanti; investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.