La 15esima edizione del Rapporto statistico, realizzato dalla Regione e appena pubblicato, pone al centro delle analisi le “specialità” del Veneto. Lo sottolinea il presidente della Regione Luca Zaia, anticipando che “grazie al prezioso lavoro dei nostri uffici di statistica, il volume intende approfondire quegli elementi che identificano e differenziano la società, l’economia e il territorio della nostra regione, al fine di evidenziare i punti di forza e i fattori di sviluppo che ne contraddistinguono l’identità”. “Dalle analisi – fa rilevare Zaia – emerge che il PIL del Veneto cresce più di quello nazionale; si registra il record delle esportazioni venete totali e il record dell’export di vino, prodotto di punta; diminuisce la disoccupazione e cresce l’occupazione. Si registra inoltre un nuovo record storico di arrivi e presenze per il turismo in Veneto. Il reddito cresce, ma di più per chi già sta bene economicamente”. Il PIL veneto nel 2017 cresce dell’1,6%, un tasso leggermente superiore alla media nazionale, e si prevede per il 2018 un aumento dello stesso tenore. Tale crescita è ben sostenuta dalle esportazioni, ma finalmente anche la domanda interna si sta muovendo dalla situazione di ristagno degli anni post crisi: i consumi delle famiglie salgono dell’1,5% e gli investimenti del 3,9%. Il Veneto si conferma la seconda regione esportatrice italiana con il valore record di 61,3 miliardi di euro di fatturato estero nel 2017, in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente. Nel 2017 in Veneto l’occupazione cresce ancora in modo significativo e la disoccupazione continua a scendere: in un anno gli occupati aumentano del 2,1% e i disoccupati diminuiscono del 5%. Il Veneto si conferma tra le regioni leader, con tassi di occupazione ben superiori alla media e fra i più alti d’Italia (66%), bassa disoccupazione (6,3%), meno inattività, quote contenute di sottoinquadrati e sottoccupati. Anche il 2018 si apre in Veneto evidenziando la dinamicità del mercato del lavoro: in aumento il tasso di occupazione che si attesta nel primo trimestre al 66,4% rispetto al 65,3% di un anno fa, in un contesto di forte riduzione dell’inattività (-4,9% rispetto il primo trimestre 2017).