In una scuola elementare di Zerman in provincia di Treviso le maestre avrebbero deciso di rinunciare al presepe perché offende bimbi di altre religioni. E subito si è scatenata la polemica. Salvini, al quale non è parso vero, naturalmente ha tuonato. “Ma cosa ci può essere di più assurdo? In una scuola elementare in provincia di Treviso le maestre avrebbero deciso di rinunciare al presepe perché offende bimbi di altre religioni. Se è vero, siamo di fronte all’ennesima idiozia! Come si può pensare che i simboli più amati della nostra civiltà, segni di pace e di fratellanza, possano offendere qualcuno? Giù le mani dal Natale! P.s. Segnalatemi altri casi come questo, se serve andrò anche di persona a visitare queste scuole”. Naturalmente gli è andata subito dietro la Donazzan. “Questa è l’ennesima dimostrazione – ha detto l’assessora – di faziosità da parte di chi dovrebbe invece fare gli interessi dei più piccoli e delle loro famiglie. La realizzazione del Presepe poteva essere un momento di condivisione tra tutti i bambini, soprattutto con quelli di altre nazionalità e di altre religioni che avrebbero avuto l’occasione di comprendere una parte importante della nostra identità per proseguire in quel percorso di crescita che li porterà un giorno a scegliere di essere italiani e a richiedere la cittadinanza”. A mettere a posto le cose ci ha pensato però il vescovo di Treviso Michele Tomasi. Il presepe? È un simbolo molto importante della cristianità, ma non è un obbligo. Chi ci crede lo fa, non farlo però non è un dramma. Anche se si tratta di una scuola. Questo, in sintesi, il parere del vescovo della diocesi di Treviso, Michele Tomasi, espresso ai microfoni dell’emittente Antenna Tre, incalzato sul “caso” della scuola elementare di Zerman che ha deciso quest’anno di non fare il presepe.. Una posizione decisamente meno intransigente di quella della Lega. La decisione di non fare il presepe, peraltro, è stata presa liberamente dal corpo docente, come ha già ampiamente spiegato la dirigente scolastica De Salvatore. E non nell’ambito di un progetto inclusivo per bambini di origine straniera (che in quella scuola non ci sono neppure) o di altra fede religiosa (nella scuola ci sono figli di Testimoni di Geova), ma semplicemente perchè si è deciso di privilegiare altri aspetti del Natale.