Sei veneto, no al visto

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“Giovedì mattina sono stato informalmente incoraggiato a valutare l’opportunità di non prendere parte ai lavori del Consiglio d’Europa per non inquietare i colleghi delle altre delegazioni perché vengo dal Veneto, una regione considerata ad alto rischio in relazione al coronavirus. Infatti il Parlamento francese, che ospitava i lavori, ha deliberato di non consentire l’ingresso ai membri provenienti da non meglio definite zone ad alto rischio; il nostro ambasciatore ha protestato, io ho tenuto il punto perché dovevo garantire all’Italia di essere rappresentata al pari delle altre delegazioni e sono giunto a farmi revocare il visto d’ingresso al Parlamento francese”. Lo ha raccontarto Alvise Maniero, deputato M5S e presidente della delegazione parlamentare presso il Consiglio d’Europa, in relazione a quanto avvenuto a Parigi. Non potendo partecipare ai lavori dell’assemblea, in serata Maniero ha deciso di rientrare in Italia.
“Quello che mi è successo lo capisco e lo metto nel conto del disordine generato dall’emergenza, ma è un fatto spiacevole, imbarazzante e anche piuttosto grave – prosegue Maniero – Così il Parlamento italiano non è stato rappresentato e la nostra è l’unica delegazione il cui presidente non ha potuto prendere parte ai lavori. Mercoledì avevo partecipato ai lavori serenamente e nessuno mi aveva detto niente; se il problema era quello di trovarci insieme in spazi chiusi potevamo fare una videoconferenza, come fanno migliaia di aziende tutti i giorni”.
Maniero quindi ha voluto ringraziare “tutte le forze politiche che da Roma hanno mandato una dichiarazione congiunta di protesta, e il presidente della Camera Roberto Fico, che ha già espresso il suo sconcerto al presidente dell’Assemblea Nazionale Richard Ferrand. La nostra delegazione è disposta a fare tutto quello che serve per aiutare l’Europa a tornare a una condizione di normalità, ma queste misure sono completamente arbitrarie e stanno stigmatizzando l’Italia come untore dell’Europa e di mezzo mondo. Tutto ciò è una follia dal punto di vista scientifico e razionale; lo stesso Walter Ricciardi, membro dell’Executive Board dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consigliere del nostro Ministro della Salute, ha evidenziato il divario tra i test fatti in Italia e quelli non fatti in altri Paesi, oltretutto per una malattia che spesso è asintomatica, pauci sintomatica o con gli stessi sintomi dell’influenza”.

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