C’è un investimento gigantesco che preme: 65 milioni di euro per realizzare su un’area di 31 ettari situata nel Comune di Roncade, tra le campagne di Jesolo e Treviso, fino al 2016 inidonea all’edificazione, un maxi polo formativo dell’innovazione (26mila metri quadrati di edifici per ospitare 1800 studenti tra i 5 e i 25 anni). E c’è il frontman di quel progetto — finanziato da «Finint investments» (leggi Enrico Marchi), con la partecipazione di due colossi come Cattolica e Cassa depositi e prestiti — che teme ulteriori ritardi nell’avvio dell’opera, dopo che la Commissione regionale per la «Via» (la Valutazione impatto ambientale, organo tecnico indipendente dalla giunta) gli ha imposto all’unanimità ulteriori verifiche sul maxi insediamento, specie per quanto riguarda le problematiche idrogeologiche. Il sunto dei sunti. Ma è questa, in poche parole, la partita che sta giocando Riccardo Donadon, l’«innovatore» per eccellenza della nostra regione, fondatore dell’incubatore «H-Farm», che tre giorni fa, accusando apertamente la Regione dell’amico governatore Luca Zaia («I mali del nostro Paese si trovano purtroppo anche qui»), ha minacciato di trasferire il suo progetto («H-Campus») a Milano. La questione, ovviamente, ha infiammato la polemica.