La situazione dell’aria nei primi tredici giorni dell’anno sconfessa i tentativi di maquillage dei dati da parte della Regione Veneto. Non c’è media annuale che tenga: siamo soffocati dallo smog da PM10 e PM2,5 e non c’è tregua per l’aria che si respira in Veneto, con danni sociali e sanitari enormi.
È questa la fotografia della situazione reale secondo Legambiente, che tira le somme di questo primo scorcio di 2020 tra Città in affanno, sterili polemiche sui pan e vin e blocchi del traffico a macchia di leopardo. A spiccare, come sempre, la totale assenza di programmazione strutturale. Ma la Regione, per voce dell’Assessore regionale all’ambiente, diffonde notizie che ammiccano all’esatto contrario.
“Siamo colpiti dalle dichiarazioni dell’assessore regionale Bottacin – commenta il presidente regionale Luigi Lazzaro – che enfatizzando dati di andamento medio degli inquinanti in atmosfera edulcora la grave realtà della situazione: la pianura padana è un hot-spot europeo con migliaia di morti premature l’anno e con costi ambientali e sanitari che pesano tra il 2% e il 6% del PIL nazionale. L’inquinamento atmosferico resta un’emergenza da codice rosso per la nostra regione e per tutta l’area del bacino padano ed è sconfortate sentire i responsabili politici suggerire il contrario”.
Infatti andando a spulciare i dati validati dall’Agenzia regionale, è facile verificare come l’inizio del 2020 sia peggiore del 2019, Nemmeno due settimane di vita per l’anno nuovo e c’è poco da stare sereni: per contare i giorni di superamento del limite di legge giornaliero servono più di due mani per tutti i Comuni capoluogo. Nei primi 13 giorni dell’anno l’aria è stata tutt’altro che buona per il 100% dei giorni a Treviso e Padova (erano 11 giorni nel 2019) e per 12 giorni su 13 a Venezia, Verona e Vicenza (12, 9 e 10 giorni nel 2019). Solo Rovigo si ferma, per così dire, alla doppia cinquina. (sempre 10 giorni su 13 nel 2019).