Le città intelligenti possono essere grandi metropoli, capoluoghi di provincia di media grandezza o borghi in una delle tante aree interne del nostro paese: ad accomunarle c’è un approccio, quello di chi lavora per trasformare i territori integrando mobilità sostenibile, diffusione degli strumenti digitali al servizio della partecipazione dei cittadini, inclusività, energie rinnovabili, accessibilità dei servizi. Una visione che trova un punto di sintesi negli “Stati generali delle città intelligenti” di City Vision, la cui quarta edizione è in programma a Padova mercoledì 11 ottobre dalle 9 alle 16.30 al centro congressi Padova Congress.
Gli “Stati generali” sono il momento culminante del roadshow di City Vision, la community promossa da Blum e Padova Hall e formata da amministratori pubblici, imprese, innovatori, professionisti e ricercatori. Questo “giro d’Italia” nel 2023 ha fatto tappa a Roma, Milano, Genova e Napoli prima di approdare a Padova e, nelle prossime settimane, a Pesaro e Cuneo.
Se l’aspirazione alla “città intelligente” può accomunare metropoli e borghi, le reali opportunità non sono però uguali per tutti. La mancanza di competenze interne rappresenta una sfida critica per lo sviluppo delle smart cities e penalizza i comuni minori. È quanto emerge dalle anticipazioni dei dati dell’Osservatorio City Vision, promosso in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “Marco Fanno” dell’Università degli Studi di Padova. Sulla base di questionari compilati da consulenti, funzionari e amministratori comunali che si occupano di innovazione e sostenibilità, solo il 12% dei comuni sotto i 60mila abitanti attua programmi di formazione sulle smart city per i propri dipendenti, e la stragrande maggioranza (62%) non ne ha mai fatti e non ne ha in programma.
Oltre all’Agorà, gli Stati Generali delle città intelligenti introdurranno poi una novità già rodata nel roadshow 2023, ovvero i tavoli di lavoro. La partecipazione è su invito, per questo format distintivo di City Vision che prevede che in circa due ore i relatori dialoghino su verticali specifici, accompagnati da un giornalista.
Completa il programma l’Innovation district, spazio che fungerà da vetrina per quelle aziende, pmi e startup che stanno collaborando con la pubblica amministrazione in maniera concreta. Le soluzioni spaziano dalla data company che sfrutta i sensori per raccogliere dati sulla mobilità alla startup che vuole fare da ponte tra la Pa e gli artisti da strada, dalla piattaforma che mappa l’accessibilità dei luoghi pubblici a quella specializzata nell’attivazione della Comunità energetiche rinnovabili.
«Secondo i dati preliminari dell’Osservatorio City Vision per il 2023 – afferma Silvia Rita Sedita, professoressa di Management dell’Università degli Studi di Padova –, il principale ostacolo nell’implementazione di progetti di smart city è la mancanza di competenze interne. Sarà essenziale sviluppare programmi di formazione adeguati per il personale della pubblica amministrazione, in particolare nei comuni più piccoli».
Per Margherita Cera, assessora alla Smart City del Comune di Padova, ospitare gli Stati generali delle città intelligenti significa essere al centro di una rete impegnata a progettare città sempre più sostenibili, attrattive e inclusive, e conferma il ruolo centrale di Padova.