In seguito al vertice con le categorie economiche e le parti sociali, tenutosi a Marghera nella sede della Protezione civile e convocato dal governatore del Veneto Luca Zaia, il presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza ha scritto due lettere indirizzate a Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, e a Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e delle Finanze.
“Caro Ministro”, scrive il presidente Pozza, anche nella sua veste di imprenditore di una delle 550 mila imprese venerte, “venerdì scorso a Padova abbiamo constatato il tuo rammarico per la mancata presentazione della norma che consente il completamento della Riforma delle Camere di commercio a causa delle “appartenenze territoriali dei parlamentari”, che hanno sinora impedito di raggiungere l’importante obbiettivo. Stiamo vivendo ore di estrema difficoltà per le imprese non solo nei Comuni al centro dell’emergenza Coronavirus ma, per quanto riguarda il Veneto, nell’intero territorio regionale. I settori più colpiti sono quelli che fino ad ora hanno trainato l’economia del Paese. Mi riferisco al turismo ed alla manifattura, che va in tutto il mondo. E’ doveroso oggi fronteggiare l’emergenza e nel contempo pensare subito a quello che dobbiamo fare domani per ripristinare le condizioni di normalità e rilanciare il sistema imprenditoriale”. Secondo Pozza ci sono almeno tre questioni che devono essere affrontate, anche nell’ambito dei provvedimenti di urgenza che si stanno adottando in queste ore: In primo luogo il decreto di approvazione dei programmi speciali finanziati dalle imprese con il 20% del diritto annuale, che riguardano proprio l’internazionalizzazione, il turismo, la formazione ed il lavoro per i giovani. Con la sua adozione le Camere di commercio potranno spendere immediatamente le risorse ed indirizzarle proprio alle imprese, poiché si tratta per oltre la metà dell’importo di voucher. Nel Veneto stiamo parlando di poco più di 22.500.000 di € nel triennio 2020 – 2022. In seconda istanza la Legge di bilancio per l’esercizio in corso prevede l’inserimento anche delle Camere di commercio tra gli enti obbligati a non spendere totalmente le proprie risorse per gli interventi di promozione economica. E’ una norma ancor più incomprensibile in un momento in cui tali interventi sono urgenti ed indispensabili. Attendiamo celermente una circolare interpretativa del MISE, d’intesa con il MEF, che chiarisca l’esclusione di tale previsione: Infine il quadro, ulteriormente aggravato dall’ultima Legge di bilancio, relativo alle norme cosiddette “Tagliaspese” che nel decennio appena trascorso hanno coinvolto anche le Camere di commercio e le loro Unioni regionali. Ti propongo nuovamente di destinare le somme da versare al bilancio dello Stato annualmente (nella nostra regione ammontano a 5,5 milioni all’anno) a programmi di intervento strategico a sostegno della competitività e della crescita del sistema economico, anche a fronte delle emergenze che dovremo affrontare nel prossimo futuro. C’è bisogno di ripristinare una immagine internazionale favorevole alle nostre imprese, oggi gravemente compromessa. Anche il presidente nazionale Carlo Sangalli ha fatto tempestivamente pervenire un’analoga comunicazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze.