La Giunta regionale, interviene in relazione alle posizioni espresse dal Segretario del Partito Democratico di Rovigo, Angelo Zanellato, cogliendo l’occasione per sintetizzare alcune considerazioni sulle trivelle in Polesine. “Il Polesine ha già dato molto per quanto riguarda la subsidenza – aveva detto il segretario provinciale Pd Angelo Zanellato, promotore di questa iniziativa – molto in termini di migrazioni, alluvioni e deprezzamento del territorio – Il Polesine ha una storia di estrazioni negli anni dagli anni ’30 agli anni ’60, bradisismo, centrale termoelettrica e terminal gasiero. Oggi ci dicono questo e quindi ci vogliono estrarre del gas ma io dico ma per quale motivo il Polesine deve essere sempre disponibile a rispondere alle esigenze della nazione”. La sezionePd di Porto Tolle aveva organizzato un incontro per informare la popolazione sugli eventuali problemi che potrebbero causare le trivellazioni nell’Adriatico a sud del 45esimo parallelo e in particolare nelle vicinanze del territorio di Porto Tolle. Ora sulla spinosa questione interviene, la Giunta regionale, che ribadisce una posizione che dice “Non è mai cambiata’. L’attività di trivellazione in Polesine, si legge in una nota, in passato ha creato importanti fenomeni di subsidenza, con le relative conseguenze. La Regione Veneto ha chiesto con fermezza ai Ministeri coinvolti che non si imposti alcuna nuova attività estrattiva e che per studiare ogni possibile rischio sia avviato un tavolo con i più autorevoli esperti, che esprima un autorevole parere prima di ogni possibile azione nei nostri mari e sulle nostre coste. È una posizione molto netta, sostenuta in passato e che la Regione continua, con coerenza, a mantenere: non vi è alcun “dietrofront”, come erroneamente paventato dal membro del Partito Democratico rodigino. Proprio su iniziativa del presidente Zaia, è stato richiesto ai ministri Pichetto Fratin (Ambiente e sicurezza energetica) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) di avviare un tavolo di confronto preliminare a ogni attività estrattiva: cosa che è tempestivamente avvenuta, all’indomani dell’approvazione del decreto “Aiuti Quater”, che aveva previsto la deroga al divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in Alto Adriatico. E’ stato così costituito presso il Mase il “tavolo tecnico idrocarburi”, con il Ministero dell’Ambiente, l’Istituto Superiore per la Protezione e la RicercaAmbientale (Ispra) e la Regione Emilia Romagna, per approfondire tutte le problematiche segnalate dalle comunità locali, con particolare riferimento al rischio subsidenza e alla verifica di tutte le adeguate garanzie tecnico-scientifiche a tutela dell’ambiente (qualità delle acque, impatti su flora e fauna marina, interazione con le aree protette) e delle attività economiche e sociali (a partire da pesca e turismo). I referenti della Regione Veneto sono impegnati in questa fase, presso il Tavolo tecnico.