Turismo termale, caporetto dall’estero

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«La campagna vaccinale è la priorità per poter tornare a viaggiare, ad accogliere gli ospiti e soddisfare la domanda di bellezza, cultura e benessere come in Veneto e alle Terme Euganee sappiamo fare. Chiediamo alla Regione che si accelerino le operazioni di vaccinazione del personale sanitario e non sanitario degli stabilimenti termali e degli alberghi: solo in questo modo si possono gettare le basi per la ripartenza del settore, il più colpito dalla pandemia. Dobbiamo essere percepiti come una meta sicura. Il Veneto si faccia apripista a livello nazionale e portavoce in Conferenza Stato-Regioni della necessità di dare un’accelerazione al piano vaccinale e al passaporto per gli immunizzati».
È l’appello che Riccardo Ruggiero, Presidente del Gruppo Turismo di Assindustria Venetocentro, rinnova agli Assessori della Regione del Veneto Roberto Marcato (Sviluppo economico), Federico Caner (Turismo), Elena Donazzan (Formazione e Lavoro) e Manuela Lanzarin (Sanità), all’indomani del positivo incontro sulla situazione di crisi del settore termale euganeo con i rappresentanti dei Comuni e del settore alberghiero e delle categorie economiche.
«La disponibilità al confronto e ascolto da parte della Regione e la comune determinazione a misure urgenti che rimettano in moto il comparto turistico, sono un segnale positivo – dichiara Ruggiero – confermato dall’impegno a dare seguito a quanto già previsto per la vaccinazione prioritaria del personale della sanità privata, che comprende gli operatori delle strutture termali accanto agli altri operatori sanitari, parallelamente a over 80, personale scolastico, forze dell’ordine. Il rilancio del comparto è una sfida che ci impone di agire rapidamente e uniti. Vaccinare subito tutto il personale è un imperativo. L’auspicio è che il Veneto apra la strada e solleciti anche un passaporto sanitario riconosciuto a livello internazionale, che permetterà a chi è immunizzato di riprendere i viaggi, di spostarsi liberamente senza dover fare test o quarantene e alle strutture di offrire soggiorni in sicurezza e con tutte le misure necessarie».

TURISMO TERMALE VENETO-EUGANEO: LA CAPORETTO DALL’ESTERO, PERSI 210.000 OSPITI STRANIERI NEL 2020 (-82,4%). La proroga delle restrizioni anti-Covid al 6 aprile è un altro duro colpo per il comparto, dopo un anno in cui la pandemia ha sfiancato il turismo termale veneto e del Bacino Euganeo che ne rappresenta oltre il 90% (e il 30% del termalismo italiano). Nel 2020 il comprensorio termale ha visto 339.170 arrivi e 1 milione 65mila presenze, con una perdita di 490.085 visitatori (-59,1%) e di 2 milioni 80mila pernottamenti (-66,1%) rispetto al 2019. Pressochè volatilizzata la componente estera (44.862 arrivi, 233.941 presenze), con una perdita di 209.408 ospiti stranieri (-82,4%) e di 1 milione 46mila pernottamenti (-81,3%). Più contenuto ma non meno devastante il calo di italiani: -280.677 ospiti (-48,8%), -1 milione 34mila presenze (-55,4).
Il nuovo Dpcm autorizza il mantenimento in attività dei centri termali per le sole prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e per quelle riabilitative o terapeutiche. Ma lo stop agli spostamenti rischia comunque di penalizzare fortemente le strutture.