«Mio figlio non è un assassino. È stato un incidente». La moglie di Enrico Boggian, mamma del sedicenne che venerdì, poco dopo l’ora di pranzo, ha sparato al padre nella loro villetta di Selvazzano Dentro, l’ha ripetuto più volte agli inquirenti. La donna non si rassegna al fatto che suo figlio possa essere un parricida a sangue freddo. Vuole credere fino in fondo alla versione raccontata dall’adolescente ai carabinieri venti ore dopo che il fucile ha fatto fuoco: la morte del padre sarebbe stata una drammatica fatalità, uno scherzo finito in tragedia. Eppure qualcosa non quadra agli inquirenti, tanto che il ragazzino, assistito dall’avvocato Ernesto De Toni, è stato indagato per omicidio volontario il gip del Tribunale dei minori di Venezia, Valeria Zanca, deciderà se confermare o meno il suo arresto. Il giovane al momento non è dietro le sbarre di una cella, ma da tre giorni si trova in una stanza del centro di prima accoglienza del carcere minorile di Treviso. Una soluzione meno dura, in cui il sedicenne può guardare la tv, senza guardie in divisa, e dove viene tenuto sotto controllo da una equipe di psicologi che è addestrata a prevenire eventuali gesti sconsiderati dettati dalla disperazione. Il ragazzo, infatti, secondo questa squadra di medici, ha realizzato solo nelle ultime ore cos’ha fatto. Un’ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine, è che un diniego a un desiderio abbia potuto scatenare una reazione aggressiva nel giovane. verrà disposta l’autopsia sul corpo del 52enne che sarà eseguita all’istituto di medicina legale di Padova dalla dottoressa Alessia Viero.