“Gli esami a livello nazionale ai quali è stato sottoposto il sistema sanitario veneto nel 2018 hanno inequivocabilmente sancito la sua promozione. Ne prendiamo atto con orgoglio e, ancor di più, focalizziamo d’ora in avanti la nostra attenzione su quegli aspetti ancora migliorabili. Nessuno è perfetto, ma vogliamo arrivare il più vicino possibile all’obbiettivo”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Regione del Veneto, Manuela Lanzarin, intervenuta a Padova alla Presentazione, curata dalla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica del Veneto, dei risultati 2018 della Regione in campo sanitario, valutati dal Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dal Programma Nazionale Esiti sviluppato dall’Agenas per conto del Ministero della Salute, dalla valutazione dell’Esperienza di Ricovero dei Pazienti avviata nel 2018 in forma sperimentale dall’Ulss 6 Euganea e dall’Indagine sul Clima Organizzativo delle Aziende Sanitarie del Veneto che ha coinvolto 58.354 dipendenti. “Tutte queste indagini – fa notare la Lanzarin – hanno dato esiti positivi o molto positivi e, non essendo autoreferenziali, dicono che quando si parla di sanità il Veneto è davvero una Regione all’avanguardia. Fa particolarmente piacere l’alto indice di gradimento espresso dai pazienti ricoverati – aggiunge l’Assessore – perché la nostra stella polare è la miglior assistenza possibile ai malati”. “Il successo del Veneto nelle comparazioni nazionali – dice l’Assessore – è il risultato dell’applicazione di buone pratiche che, non da oggi, mettiamo a disposizione di tutte le Regioni italiane. Ciò significa che il Veneto merita l’autonomia, ma anche che l’autonomia consentirebbe a tutte le Regioni, a cominciare da quelle del sud, di crescere applicando nuovi criteri di gestione, organizzazione e di spesa, tarati sulle necessità dei loro territori e delle persone amministrate. Dove oggi va male potrà andare meglio e dove va bene continuerà ad andare bene. La sanità di serie A e serie B c’è oggi ed è con l’autonomia che si potrebbe puntare ad un livellamento in alto. L’ostilità palesata anche oggi da un partito in particolare, anche da esponenti di governo di quel partito, è assolutamente incomprensibile, assurda. Dicendo no all’autonomia in sanità si dice no a un futuro migliore per la tanta gente che oggi, in Italia, non riceve le cure di cui ha costituzionalmente diritto”. “Il successo del Veneto nelle comparazioni nazionali – dice l’Assessore – è il risultato dell’applicazione di buone pratiche che, non da oggi, mettiamo a disposizione di tutte le Regioni italiane. Ciò significa che il Veneto merita l’autonomia, ma anche che l’autonomia consentirebbe a tutte le Regioni, a cominciare da quelle del sud, di crescere applicando nuovi criteri di gestione, organizzazione e di spesa, tarati sulle necessità dei loro territori e delle persone amministrate. Dove oggi va male potrà andare meglio e dove va bene continuerà ad andare bene. La sanità di serie A e serie B c’è oggi ed è con l’autonomia che si potrebbe puntare ad un livellamento in alto. L’ostilità palesata anche oggi da un partito in particolare, anche da esponenti di governo di quel partito, è assolutamente incomprensibile, assurda. Dicendo no all’autonomia in sanità si dice no a un futuro migliore per la tanta gente che oggi, in Italia, non riceve le cure di cui ha costituzionalmente diritto”.