una task force di parenti per cercarli in ospedale

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«Miracolo al ventesimo piano», titola The Sun pubblicando le foto sorridenti di Tazmin e Malek Belkadi, sorelline di 6 e 10 anni trovate incredibilmente vive all’ospedale. Ma la speranza non è riuscita a salire tre rampe di scale più su: mentre la tragica conta delle vittime è arrivata a 17, con il timore che alla fine possa superare perfino quota cento, rimangono nella lista dei dispersi Gloria Trevisan e Marco Gottardi, i giovani fidanzati e architetti veneti che abitavano al ventitreesimo della Grenfell Tower. «Purtroppo non ci sono motivi per sperare che siano ancora vivi», fanno sapere Manuela e Loris, la madre e il padre della 26enne di Camposampiero, straziati dall’ascolto delle cinque drammatiche telefonate ricevute dalla ragazza la notte dell’incendio, con le sue ultime e atroci parole: «Mamma, papà, mi sono resa conto che sto morendo…». È la lacerante consapevolezza di Gloria, quella che esce dalla memoria del cellulare di Loris Trevisan. Del resto che stesse per morire gliel’ha detto proprio lei, la 26enne che tre mesi fa aveva lasciato il Veneto con i suoi lavoretti precari da 300 euro, per trasferirsi a Londra a vedere riconosciuto il proprio talento con uno stipendio mensile di 1.800 sterline («Ma io dico: come è possibile che in Italia un giovane per lavorare deve andare all’estero?», si indigna il genitore, prendendosela con «lo Stato»). Soldi con cui sostenere la famiglia, una preoccupazione che ha accompagnato Gloria fino alla fine: «Sto per andare in cielo e da lassù vi aiuterò…». Mamma e papà con gli occhi guardano sgomenti le immagini del grattacielo inghiottito dal fuoco, mentre con le orecchie ascoltano impotenti l’addio alla vita della loro figlia: «Grazie per quello che avete fatto per me…». E intanto, una vera task force di parenti e amici alla ricerca di Marco Gottardi e Gloria Trevisan. Nella capitale inglese si sono mobilitati in tanti per cercare la coppia di fidanzati che non dà più notizie di sé dalla notte dell’incendio. «Hanno setacciato gli ospedali di Londra spiega Gianni Gottardi, il papà di Marco . Sono andati anche fuori città, nella speranza che i nostri ragazzi fossero ricoverati da qualche parte. Purtroppo però nessuno li ha trovati. Io ho perso ogni speranza. Solo chi crede nei miracoli può sperare di rivedere Marco e Gloria». A Londra ci sono il fratello di Gloria ed anche Pamela Pizziolo, cugina del giovane architetto di San Stino di Livenza. Con loro pure altri amici, alcuni anche italiani, che da ieri stanno cercando ovunque tracce che possano ricondurre alla coppia di fidanzati veneti. «È incredibile quello che stanno facendo riconosce Gianni si sono mobilitati davvero in tanti. Di persona si sono spostati da un ospedale all’altro. Così come sono molte le persone che sono venute a casa nostra per farci forza e starci vicino. È davvero difficile quello che stiamo vivendo. Anche per chi come me si è sempre dimostrato una persona forte, non è facile affrontare tutto questo». Il pensiero di Gianni Gottardi torna poi a quei momenti in cui l’incendio stava divorando il grattacielo in cui era rinchiuso il figlio con la fidanzata. «Marco ci diceva che c’era del fumo racconta il papà poi al telefono con me e mia moglie ha detto che vedevano di sotto delle fiamme. Mio figlio continuava a tranquillizzarci. Di fatto manteneva la calma nonostante sapesse che la situazione era davvero grave. Stava tranquillizzando Gloria e noi stessi. Marco è stato grande fino all’ultimo».

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