Anche il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia si è detto vicino alla famiglia di Marco Zennaro l’imprenditore attualmente detenuto in un carcere in Sudan per un’intricata vicenda commerciale.
Marco Zennaro è un imprenditore veneto che da quasi due mesi si trova in un carcere in Sudan, nella capitale Karthum. Arrestato inizialmente lo scorso marzo con l’accusa di frode per una partita di trasformatori venduti dalla sua azienda alla sudanese “Sedec” è stato poi fermato in aeroporto mentre tentava di tornare in Italia. Le accuse non sono chiare così come i motivi della detenzione, per questo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha deciso di inviare in Sudan il direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie della Farnesina, Luigi Vignali. Intanto la famiglia dell’imprenditore avrebbe ricevuto minacce che fanno riferimento a Giulio Regeni. Il procuratore generale di Karthum pochi giorni fa avrebbe disposto la liberazione di Zennaro, che però non è ancora avvenuta. Contro di lui non ci sono accuse concrete. E infatti, sebbene formalmente all’imprenditore italiano non sia stata mossa alcuna accusa e non sia stata avanzata alcuna richiesta, dietro il nuovo arresto ci sarebbe la pretesa di Ahmed di avere altri 700mila euro di risarcimento per i trasformatori giudicati non idonei. Intanto la storia di Zennaro è giunta in Italia e sono molti i politici che hanno iniziato a mobilitarsi per chiedere un intervento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, denunciando il fatto che “l’imprenditore veneziano continua ad essere detenuto in un carcere del Sudan in condizioni disumane e senza nemmeno una motivazione ufficiale”. Oggi l’annuncio da parte della Farnesina dell’invio di Vignali in Sudan affinché venga chiarita la vicenda. “Abbiamo attivato tutte le forze in campo, anche a livello locale, per chiudere questa partita e portare a casa Zennaro”, le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Secondo il fratello dell’imprenditore, Alvise Zennaro, i finanziatori che hanno dato l’ok all’acquisto dei trasformatori per conto della Sedec sono “miliziani, accanitisi su Marzo” che avrebbero approfittato della situazione per estorcere più denaro possibile alla famiglia dell’imprenditore veneto.