Un modello scientifico capace di prevedere le piene dei fiumi con 72 ore di anticipo per permettere di prendere decisioni ed effettuare scelte a tutela di popolazione e territori. Questo è il modello IMAGe, sistema di previsione delle piene fluviali della Regione del Veneto, messo a punto dal Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale dell’Università di Padova in collaborazione con la Regione.
“Come riconosciuto anche dall’Autorità di Distretto, il nostro è un modello unico in Europa – ha spiegato questa mattina l’assessore regionale all’ambiente e protezione civile Gianpaolo Bottacin, in occasione della presentazione – un modello al quale sta guardando con estremo interesse anche il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, dato che è del tutto esportabile. Per noi è fondamentale, lo abbiamo visto in occasione di Vaia. Stiamo parlando di previsione che si traduce in prevenzione, aspetto del tutto prioritario nel campo della difesa idraulica”.
Il modello permette di sapere con anticipo se e esattamente quando (a che ora) un fiume esonda attraverso delle modellazioni di generazione e di propagazione delle piene, che si traducono in report. Tutti questi dati vengono gestiti nella centrale operativa presso la sede della Protezione Civile regionale a Marghera.
Il modello è stato messo a punto fino ad oggi per quanto riguarda tre bacini idraulici del Veneto: Brenta-Bacchiglione, Piave e Muson dei Sassi. Obiettivo è quello di estenderlo a tutti i bacini fluviali.
“La Regione dal 2013 ha investito già quasi 900 milioni per opere di difesa idraulica in tutto il Veneto attraverso quello che è denominato ‘piano D’Alpaos’ – ha concluso Bottacin.