Aumentano le malattie e le donazioni di sangue crollano. Quest’anno se ne sono registrate un migliaio in meno rispetto al 2015. Non accadeva da tempo. Ad attestarlo sono i soci della Fidas provinciale – 18 mila donatori – che, in occasione dell’assembea tenutasi al centro comunitario di Costozza di Longare, hanno parlato di una diminuzione «ampiamente giustificata dalle restrizioni previste dai nuovi decreti attuativi». Detto in altri termini, le verifiche sui donatori, i controlli, l’estensione dei tempi di sospensione per chi si è recato nei Paesi a rischio epidemiologico e le infezioni legate al virus Zika hanno indotto le strutture sanitarie a stringere le maglie delle donazioni che, ogni anno, sono almeno 30mila. In compenso, nel territorio i donatori sono aumentati del 7%, molti dei quali giovani. «Sono dati di fronte ai quali dobbiamo reagire convinti del senso di solidarietà manifestato dai vicentini», ha detto Mariano Morbin, presidente provinciale di Fidas Vicenza, struttura che conta 80 gruppi che operano in 9 zone. «Siamo sempre riusciti a ottenere risultati importanti», ha aggiunto il presidente. Tra questi ultimi c’è il progetto scuola, che permette di incontrare gli studenti delle superiori, e le borse di studio, come quelle destinate ai giovani del dipartimento di nefrologia di Claudio Ronco e alla fondazione di ematologia di Francesco Rodeghiero.